Chi era Luigi Credaro

LUIGI CREDARO

Luigi Credaro nacque a Colda, frazione di Sondrio il 15 gennaio 1860. Primo di sette figli di Andrea e Maria Baldini, poverissimi contadini valtellinesi, Luigi Credaro fu l’unico che proseguì gli studi, grazie alle doti intellettuali e morali. Conseguita la licenza liceale presso il G. Piazzi di Sondrio, nel 1879 si iscrisse alla Facoltà di Filosofia e Lettere dell’Università di Pavia.

Il 24 dicembre 1885 sposò Luigia Elisabetta Paini, maestra di Montagna (Sondrio). Soggiornò a Lipsia tra il 1887 e il 1888. Studiò Kant, Herbart, Spencer. Nel 1888 ottenne l’incarico di Filosofia e Pedagogia nell’Istituto Superiore Femminile di Magistero a Roma e nel 1889 ottenne la cattedra di Storia della Filosofia presso l’Università di Pavia. 

Per Credaro, la filosofia non doveva mai perdere di vista l’uomo e la pedagogia non era altro che la filosofia applicata alla personalità umana, alla cui libera crescita la società doveva contribuire attraverso la scuola, che diviene così il fulcro di tutta la sua attività di studioso e di uomo politico.

Nel 1895 affiancò all’impegno accademico quello politico: si candidò alla Camera dei deputati per il partito radicale nel collegio di Tirano (Como) e fu eletto Deputato, ininterrottamente, sino al 1919.

L’impegno politico di Credaro si concentrò sull’istruzione e sulla scuola. Fermo sostenitore del diritto-dovere dei maestri al miglioramento della propria preparazione culturale e professionale, fondò nel 1904 la Scuola Pedagogica di Roma.

Fu sottosegretario alla Pubblica Istruzione nel 1906, fu Ministro dell’Istruzione dal 1910 al 1914.

Nel programma di Credaro, la scuola, specie quella elementare, si presentava come fattore decisivo per la trasformazione in senso democratico della società e delle istituzioni politiche italiane. Il più noto e rilevante provvedimento varato dal Ministro Credaro fu la legge Daneo-Credaro del 1911, che sancì il passaggio della gestione delle scuole elementari dai comuni allo Stato: si trattava di far passare l’istruzione elementare dalla sua dimensione ancora assistenziale e caritativa a moderno ed efficiente servizio pubblico e di dare a tutta la scuola pubblica un carattere laico e democratico.

Di rilievo fu, anche, il RD 4 gennaio 1914, n. 27, Istruzioni, programmi e orari per gli asili infantili e i giardini d’infanzia, che segnò il primo organico intervento del Ministero della Pubblica Istruzione nel settore dell’educazione infantile.

Contribuì all’ampliamento di diverse sedi universitarie e di istituti superiori e fece provvedimenti per il lavoro minorile, le biblioteche scolastiche e popolari, le scuole italiane all’estero, i convitti nazionali e l’istruzione femminile, l’educazione fisica.

Da parlamentare e da politico locale (fu Presidente del Consiglio provinciale di Sondrio dal 1911 al 1919) Credaro si occupò di questioni centrali per la Valtellina (rimboschimento, pastorizia, questione doganale); promosse la costruzione di strade e scuole; incoraggiò la diffusione di forme organizzative mutualistiche.

La Valtellina degli anni tra il 1900 e il 1914 è, infatti, la Valtellina degli anni d’oro del termalismo e del primo turismo, la Valtellina delle prime grandi centrali idroelettriche e della ferrovia elettrificata fino a Tirano, la Valtellina dove, grazie ai provvedimenti da lui fatti passare in Parlamento, nasce la zona franca di Livigno, rifioriscono la viticoltura e l’alpeggio e si forma il moderno sistema dei servizi pubblici a partire da quelli scolastici.

Nel 1919 divenne senatore. Neutralista, durante la Grande Guerra si adoperò per l’assistenza ai combattenti e alle loro famiglie. Durante gli anni del regime Credaro, mai iscritto al partito fascista, fu progressivamente relegato ai margini della vita politica e culturale.

Morì a Roma il 16 febbraio 1939.